Sacile “cresce”? Dipende...

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Rossana Casadio

1/22/20253 min read

Lo sta dicendo il Sindaco ad ogni assemblea.

Beh, ci spiace, ma dipende da cosa si intenda.
Quindi vi diciamo subito che abbiamo due visioni opposte sul significato del termine: per noi, CRESCE solo se ci sono BIMBI che in questa nostra città ci crescono!

Non preoccupa solo il fatto che 123 è il numero più basso che abbiamo mai avuto, la cosa grave è che è prova di una continua e non casuale flessione: dai 226 bebè del 2006 abbiamo visto per l’ultima volta il numero due prima dei due zeri nel 2009. Da quei 200 tondi 15 anni di rapida discesa.


Certo è che noi adulti siamo molto bravi a coprire i mali con termini eleganti. Qualcuno si è inventato “l’inverno demografico” al posto di dire semplicemente che non abbiamo più bambini. Un eufemismo che ci permette di non nominare il vero problema e di allontanarlo dalla nostra responsabilità dandogli la connotazione di un evento meteorologico che esula dal nostro controllo.

Invece è esattamente quanto noi adulti abbiamo lasciato fare in questi anni con decenni di politiche ben poco davvero interessate al mondo dei bambini e alle esigenze di giovani coppie che i bimbi li avrebbero anche desiderati se le condizioni attorno a loro ci fossero state. E non solo per chi aveva fortunatamente a disposizione i nonni.


Persino dalla Chiesa, come da Mons.Trevisi, Vescovo di Trieste, arriva chiaramente l’indicazione poco religiosa e molto concreta che questo inverno demografico è responsabilità di tutta la società, compreso le scelte urbanistiche per come sono state progettate le nostre città.

Pare invece che si veda quasi con sollievo questa inesorabile diminuzione di bimbi, così si potranno chiudere reparti ospedalieri, non saranno più necessari nuovi asili nido, non ci sarà carenza di pediatri, si potranno chiudere ed accorpare edifici scolastici risparmiando sulle spese di gestione e risparmieremo pure sui bonus bebè.

Insomma, senza più bimbi si risolveranno da soli i problemi delle tante mancanze di cui colpevolmente ci siamo macchiati. Semplice no?!

16 o 20 bimbi in meno ogni anno significano una intera sezione in meno!

Si abbatteranno le liste di attesa per il nido.

Nn servirà costruire un nuovo asilo.

Morirà in modo naturale il prossimo edificio di scuola elementare.


Sacile "Città che cresce" lo scrivono addirittura come titolo del bollettino dell’Amministrazione che esce ogni anno, come quello del 2021. Da dove lo evincono???

Allora, vediamo un pò:

2019 nuovi bebè 151

2020 142

2921 132

2022 142

2023 141

2024 123

Vedete e capite perché non per tutti i NUMERI reali stanno alla base delle dichiarazioni politiche?

Cosa “cresce” in verità a Sacile?
E questo sì DA ANNI?

Dal 2006 al 2024 siamo passati dal 19,9% al 25,07% di …..OVER 65! Abbiamo dunque per la prima volta scavalcato nel 2024 l’asticella di UN QUARTO della popolazione sacilese “anziana”, se preferite con il termine più moderno di “silver ager”.

Ma comunque, attenzione, Sacile, nn è né città per bimbi né città per anziani. Perché le condizioni di vivibilità coincidono!!!

Resta solo ora da chiedersi quale termine elegante per questa indiscutibile “crescita” (della quale bisognava preoccuparsi 20 anni fa) troveranno.

Questa come la definiranno?

Autunno torrido? Ciclone terza età? Bufera argentata? Tsunami nonni?

Ci spiace dunque, ma per noi, Sacile invece di “crescere” sta solo seduta su una panchina a guardare il fiume che scorre.

I nvece dal dato ufficioso registrato dal nostro Anagrafe i nuovi nati nel nostro Comune sono in ulteriore calo di quasi una ventina, dai 141 del 2023 ai 123 del 2024.

Questa è per noi l’unità di misura di una città “in crescita”: se ci sono nuovi piccoli cittadini in arrivo per ripopolarla.

Nuovi cittadini che permettano di riempire i nostri asili e le scuole, che diano un senso al mantenimento di aree verdi attrezzate e ben curate, che continuino a nutrire le tante associazioni sportive e musicali, che poi crescano facendo del nostro Paese una Nazione di giovani che anche vi restano perché trovano lavoro, case e servizi.

Non ci interessa che la nostra città “cresca” perché attualmente il mercato immobiliare ad es. attrae un buon numero di personale americano che oggi c’è perché le condizioni son favorevoli ma domani non si sa.