Project financing - Cimiteri di S. Odorico e Cavolano

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Rossana Casadio

1/19/20254 min read

Un nuovo project financing incombe su Sacile e tra dieci anni potrebbe essere, più che una soluzione, una nuova pesante eredità (e capirete perché in questo caso il termine è ancora più azzeccato) per la cittadinanza: si tratta dell’ampliamento dei cimiteri sacilesi di San Odorico e Cavolano.

Certamente è vero che molte amministrazioni si rivolgono a questa forma di intervento privato per demandare l’investimento e accelerare i lavori sbloccati dai vincoli del patto di stabilità. Ma ovviamente il privato non è un ente di beneficenza. Spesso si aggiunge che lo strumento non si fermi all’ampliamento del costruito e alla relativa vendita e concessione dei manufatti, ma anche la vendita degli arredi del cimitero per dare maggiore rilievo e attrattiva all’offerta e per garantire più veloci rientri economici da parte degli investitori esterni.

C’è però innanzitutto la domanda: in base a quale previsione/proiezione si decide che il fabbisogno di loculi sarà tra qualche anno maggiore, e anche di gran lunga, rispetto ai piccoli ossari contenenti le urne cinerarie, visto che questa tendenza è palesemente in crescita? Come mai il triplo di loculi (prezzo medio 2.500 euro) rispetto agli ossari /prezzo medio 300 euro)?

Citare una statistica significa anche interpretarla:

1) I dati riguardano solo il Nord Italia? Perchè qui la percentuale è alta.

2) I dati riguardano il territorio nazionale? In questo caso la percentuale si ridimensiona notevolmente per la ancora scarsa diffusione al sud (poi i motivi).

3) Si guarda solo agli ultimi anni? In questo caso la flessione dopo i grandi numeri dei due anni del Covid è ovvia.

4) I numeri comprendono salme E resti mortali o solo appunto le salme, cosa che prova specificamente che si tratta di una precisa scelta?

Quindi di “indagini di mercato” e “statistiche” ne girano molte.

Quella che è sicuramente da ritenere ufficiale è quella che ogni anno viene diffusa tramite circolare da parte della SEFIT Unitalia (Servizi Funebri Italiani). Tra l’altro la stessa collabora anche con l’ISPRA con la quale ha pubblicato nel maggio del 2024 uno studio sulle emissioni in atmosfera degli impianti di cremazione.

In riferimento all’allora più recente circolare della SEFIT del maggio 2024 questi sono i risultati in sintesi: Nel corso del 2023 le cremazioni sono diminuite del 3% MA, dal momento che dopo il Covid si è registrato un forte calo di mortalità pari al 7,41%, è ovvio che la percentuale delle cremazioni risulta comunque in aumento. Chiaro segno dell’ormai inarrestabile andamento verso questa scelta che, come percentuale a livello nazionale, ha ormai raggiunto in poco tempo il 38%. Di questo 38% ben il 70% avviene nel Norditalia. E Sacile si trova nel Norditalia.

Attenzione: da aggiungere il fatto interessante per il futuro che la minor rilevanza a Sud non è data solo per motivi culturali/religiosi, bensì dalla mancanza di impianti. Ad es. in Sicilia, sì è subito notato un marcato incremento dopo la messa in funzione di due nuovi impianti.

Esattamente come è successo in pochi anni di spostamento dalle fredde celle mortuarie alle eleganti Funeral Home. Non si torna certo indietro.

Fattori come minor costo (ca.600euro), cambiamento culturale unitamente a coscienza ambientale, la volontà di non voler gravare per la cura della tomba sui figli o figli ormai lontani o il fatto di non aver più nessun famigliare, rendono ormai irreversibile questa tendenza.

Infine, per le stesse Amministrazioni significa in futuro anche ridurre la triste e costosa pratica dell'esumazione.

Non solo: in tutta Europa, dove i cimiteri già da sempre sono dei veri e propri parchi muniti anche di panchine e fontanelle, addirittura qualche gioco per bambini, è ormai diffusissima (a parte la dispersione) la sepoltura delle ceneri in urne biodegradabili in un certo numero attorno ad un bell’albero protette sotto le sue radici.

Certamente un luogo di pace, dove la natura compie la sua missione consolatoria e rasserenante, che di certo freddo e grigio cemento e neri buchi di loculi non hanno.

Pure il nome non è più “Cimitero” bensì “Giardino del ricordo”, “Radici custodi”, “Bosco della Pace” …

Perchè dunque, una volta tanto, l’amministrazione non indica, facilita e anche trova la strada per proseguire su questa via, che già molti cittadini hanno scelto personalmente. L’area dietro al cimitero di Sacile, dove sono piantumati i nuovi alberi per ogni nato, potrebbe già essere un primo esperimento di Parco della Pace.

Perchè spingere su questo project financing fatto di cemento che potrebbe diventare una pesante eredità per i sacilesi che saranno obbligati comprare loculi? Potrebbe però anche verificarsi, e il disastro delle centraline ferme, lo dimostra, che piuttosto di acquistare un loculo si preferirà tenere l’urna in casa o disperdere le ceneri e l’ampliamento resterà un blocco faraonico di cemento fatto di buchi neri vuoti.

Perchè non chiediamo ai sacilesi cosa vogliono?

L’amministrazione istituisca per due tre mesi una semplice sezione online dove votare, o anche recandosi in anagrafe, o faccia esprimere i presenti alle prossime assemblee territoriali. Dopo alcuni mesi, sapremo la reale tendenza dei nostri concittadini, ancor meglio di una statistica nazionale o del Nord Italia, no?!