Le colpe dei padri: la mancata rotatoria di v.le Lacchin

Dal PUT del 2009 nulla si è più mosso e con la chiusura del passaggio a livello sarà peggio.

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Rossana Casadio

2/11/20252 min read

Sempre della serie che le colpe dei padri ricadono sui figli, non è solo la mancata uscita/entrata del sottopasso pedonale della stazione con sbocco in via Topaligo che sarà fonte del problema per i tanti pendolari che con il cantiere per l’eliminazione del passaggio a livello non potranno più accedere ai binari da sud, ma sarà anche la mancata realizzazione della rotonda all’incrocio di viale Lacchin a provocare un ingorgo gravissimo per raggiungere in orario i treni e che renderà l’aria irrespirabile per tutti i residenti.

Anche in questo caso non ci sono scuse, perché se ne parla ormai da decenni. Tre erano le ipotesi pubblicate nel Piano Urbano del Traffico nel 2009, un tempo più che sufficiente per poter ragionare e avviare progettazione e lavori.
Qui non ci si può appellare alla burocrazia, la vera e unica ragione è che nessuno ha più responsabilmente preso in mano la questione.
Facile immaginare che come al solito si son lasciate andare le cose da sole, forse sperando di abbattere l’ennesima villetta sacilese perché nessuno l’avrebbe acquistata, cioè la nostra villetta ex Enel. Invece non è andata così, la villetta è stata comprata ed è trascorso così tempo prezioso per concretizzare la scelta della rotatoria. Un manufatto per la cui realizzazione non è assolutamente necessario l'abbattimento della villetta ex Enel: le soluzioni ipotizzate già dal PUT del 2009 erano infatti tre, di cui DUE senza la sua demolizione!

Ma si sa, da un lato amministrare non significa automaticamente pensare responsabilmente a 50 anni in avanti, e dall’altro c’è però il tempo implacabile che porta al pettine tutti i nodi.
E qui si tratta di nodi molto gravi, perché non solo ci sarà il caos nel periodo del cantiere per la realizzazione del sottopassaggio di viale Lacchin, ma ci sarà per sempre, perché nessun automobilista andrà per il sottopasso budello di via S.Francesco.

Se andate a vedere da Pianzano a Porcia tutti i sottopassaggi che hanno sostituito i passaggi a livello sono stati realizzati per il normale traffico. La prima volta che avevo sentito parlare di un sottopasso in viale Lacchin avevo inteso fosse per tutto il traffico veicolare infatti.

Invece a Sacile, con numeri di traffico ben superiori ai Comuni limitrofi come Fontanafredda e Orsago, questo caos resterà tale anche dopo: i mezzi dovranno tutti andare ormai per la rotatoria di S. Odorico, infilarsi nel sottopasso, rallentare alla seconda rotatoria di confluenza del traffico da est e da ovest di via Ponte Lacchin e incanalarsi e infine fermarsi al semaforo di viale Lacchin.

Ovviamente le conseguenze saranno anche per chi proviene dal Centro per svoltare a sinistra in via Ponte Lacchin.

Immaginate chi sta imbottigliato sperando poi anche di trovare parcheggio per riuscire a prendere il treno e immaginate, e questo è ancor più grave perché ne va della salute, l’aria irrespirabile che si potrà percepire “a naso nudo”.


Quindi, a sud della ferrovia non esistono parcheggi (se non in previsioni urbanistiche a cui appunto nessuno ha dato seguito). Tutti i veicoli, anche i pochi che comunque transitavano per il passaggio a livello, avranno un’unica via per andare in stazione. Ci saranno pendolari che per il periodo del cantiere sceglieranno pure loro di spostarsi in auto. E avremo il vecchio irrisolto problema di semaforo a creare letteralmente una diga.


La tempesta perfetta. L’unica differenza con la meteorologia è che questa era assolutamente prevedibile.

Con il cantiere sarà una tragedia, ma purtroppo ad opera finita il sipario non calerà.

Come sempre, desidererei tanto ma tanto essere smentita dai fatti.