La storia finita della scuola in bioedilizia
PER NON DIMENTICARE
Rossana Casadio
12/3/20153 min read
La storia finita della scuola bioecologica a San Giovanni del Tempio
Ai primi di novembre 2011 apprendiamo ufficialmente che a partire dal prossimo anno scolastico Sacile vedrà l’unificazione di due ordini di scuola in un Istituto comprensivo di 1500 alunni.
La notizia viene data in tono sommessamente dispiaciuto ma rassegnato, come se si trattasse di un evento naturale inevitabile, e invece dovremmo ricordarci bene di ringraziare questo Governo, nello specifico i due leader, Berlusconi e Bossi, e i Ministri Tremonti, Brunetta e Gelmini.
Ma non solo.
La notizia non viene accompagnata da un preciso e concreto impegno riguardo all’edilizia scolastica e a servizi connessi.
Una delle prime decisioni di questa Amministrazione nel settembre 2009 fu quella di cancellare la previsione dei due edifici scolastici dal piano della Variante 54 perché non c’era "un solo Euro di copertura” (Sindaco Ceraolo sulla stampa del 19/12/09). Giusto – in parte – e non ci hanno fatto sicuramente bella figura gli amministratori della giunta Cappuzzo. Unico "risultato" dopo 5 anni uno spazio colorato nel piano della Variante 54. Ma, a parte la cruda realtà che oltre al disegno sulla carta non ci fosse nulla, nemmeno l’Amministrazione Ceraolo si è poi rimboccata le maniche per sudare e trovarli allora questi fondi.
E allora ricordiamo che sulle scuole si interviene solo se cadono le finestre in testa agli alunni, se ci sono invasioni di parassiti, se gli impianti sono talmente fuori norma che intervenire è più emergenza che dovere, ecc. Si tira invece avanti dove si intravede la possibilità di chiusura o dove nessuno ormai – per stanchezza – denuncia inadempienze o irregolarità.
D’altra parte sono tanti i segnali poco edificanti dell'attenzione verso i piccoli cittadini: che dire ad esempio che l’intero servizio di preparazione dei pasti per tutte le scuole si svolge ormai da anni nelle cucine (destinate inizialmente all’uso esclusivo del solo plesso) della “G.Deledda”, con la conseguenza che al pomeriggio sa fa lezione in un “tanfo da mensa” quasi insopportabile per chi entra. Ci si chiede come facciano bambini e maestre ad avere ancora appetito e riuscire a far lezione pomeridiana. E che dire dell’inquinamento acustico che si crea quando piove all’interno del plesso “G.Marconi” di San Michele, ancor più elevato quando c’è ricreazione? Poi ci dicono che il rumore aumenta l’iperattività dei bambini……. E che dire del riscaldamento a tutto gas al nido “N.Green”, dove le educatrici sono costrette a lasciare le finestre ribaltate per non cucinare i bimbi? E ancora, che dire che alla “V.da Feltre” ora non si possono più aprire le finestre perché bloccate dopo i lavori di controsoffittatura? E non osiamo pensare che ci siano pareti di aule o palestre con tracce di muffa o perdite interne di acqua.
Ecco perché vogliamo oggi raccontarvi un’altra “storia finita”, quella che aveva visto l’Amministrazione Fasan emanare nel 2004 un bando per un “concorso di progettazione per la realizzazione di una scuola elementare secondo i criteri dell’architettura bioecologica in località San Giovanni del Tempio”.
(Avendo conosciuto personalmente l’Ing. Lorenzo Vittori, Presidente dell’ANAB Veneto (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica), che avrebbe fatto parte della giuria esaminatrice dei progetti pervenuti, ci permettiamo di pensare che le belle considerazioni preliminari siano dovute alla sua sensibilità ed esperienza.)
Doveva trattarsi di un edificio scolastico più vicino alla città, comprendente due sezioni, oltre a mensa, palestra, spazi verdi e parcheggi, per un importo previsto di 3.300.000 Euro. La scuola esistente avrebbe dovuto essere adeguata per trasferirvi la scuola materna e quest’ultima sarebbe diventata poi il secondo Nido di Sacile.
Ottima previsione.
Rimasta tale dopo 12 anni.
Il motivo era che l’edificio esistente era vecchio e con spazi ormai insufficienti. La nuova ubicazione si avvicinava alla zona Polisportivo e centro studi. La vicinanza con il Rio Paisa poteva fingere da stimolo a progettare un’area parco che stimolasse attività didattiche e sportive all’aperto. L’area, mutata da agricolo-produttiva in area per servizi e attrezzature collettive, sarebbe stata acquisita dal Comune con procedura espropriativa.
Erano previste almeno 10 aule, 3 laboratori, 1 sala insegnanti, 1 locale per custodi, 1 palestra, 1 mensa, 1 spazio pubblico per attività collettive, 1 vano cottura per piccoli nuclei o per il personale, 1 spazio Primo Soccorso, 1 magazzino.
I materiali e le tecniche costruttive dovevano essere conformi ai criteri di architettura bioecologica, con particolare riferimento all’orientamento dell’edificio, alla riduzione dei consumi energetici, l’uso di energie rinnovabili e la salubrità degli ambienti. Massima attenzione doveva inoltre essere rivolta all’acustica, all’illuminazione naturale, alle tecniche per riscaldamento e aerazione, al recupero dell’acqua piovana. (Unico neo il mancato richiamo all’assoluta assenza di barriere architettoniche, che non va mai dato per scontato!)
Così finisce la storia di quel che avrebbe potuto essere il primo edificio scolastico di qualità per i bimbi e per tutta la città di Sacile.
La "realizzazione" della nuova scuola a San Odorico sarebbe stata prevista nel piano triennale delle opere pubbliche nel 2012, cioè già passato, per 4 milioni di Euro; la "realizzazione" della nuova scuola elementare e materna di San Giovanni d. Tempio nel 2013, sempre per 4 milioni di Euro. Vero o falso? O meglio, vero o immaginato?
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