Interrogazione 13/10/25 Chiusura PPI e avvio nuovo servizio ambulatoriale
Il 31 dicembre 2025 cesserà il servizio del Punto di Primo Intervento di Sacile che con il primo gennaio 2026 sarà sostituito dall'ambulatorio h24 di un medico di assistenza primaria come previsto per la Casa di Comunità
CONSIGLIO COMUNALE
Rossana Casadio
10/13/20256 min read
AL PRESIDENTE del Consiglio
Gerlando Sorce
AL SINDACO del COMUNE di SACILE
Carlo Spagnol
Sacile, 13/10/2025
Interrogazione
Oggetto: Cessazione attività Punto Primo Intervento di Sacile e avvio nuovo servizio
Il gruppo consiliare PD - SPS
PREMESSO
- che nel Capitolato Speciale relativo all’affidamento dei servizi specialistici a supporto alle attività di soccorso dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentali presso i Presidi per la Salute di Sacile e Maniago, come da La Legge Regionale 22/2019 e Piano dell’Emergenza Urgenza della regione FVG (DGR n. 2039 del 16 ottobre 2015), si riporta per la gestione del Punto di Primo Intervento (PPI) e del Soccorso in ambulanza h24 di Sacile ad oggi ancora attivi:
a) che le risorse (intese come presenza minima) si compongono da
▪ n.1 medico, con funzione di supporto alle strutture presenti nel PPI e l’intervento su ambulanza quando previsto dalla DGR 2039/15, il quale, tra gli altri, deve possedere i requisiti di specializzazione in medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza o disciplina equipollente ovvero specializzazione in anestesia e rianimazione, nonché in subordine alla specializzazione, possedere il diploma MET (Medico Emergenza Territoriale), in subordine al diploma MET, aver maturato un’esperienza di almeno 6 mesi di servizio effettivo quale medico a bordo di mezzi di Soccorso e/o presso un Pronto Soccorso/PPI;
▪ n. 1 autista per il servizio di soccorso in ambulanza;
▪ n. 2 infermieri (1 unità sulle 24 ore e 1 unità sulle 12 ore diurne per garantire sia il soccorso in ambulanza che il servizio di Primo Intervento e assistenza sopra descritti, i quali, tra gli altri, devono avere come requisiti il possesso di certificato BLSD e di certificato di avvenuta formazione avanzata in emergenza, nonché aver maturato un’esperienza di almeno 6 mesi di servizio effettivo nel settore dell’urgenza/emergenza;
▪ n. 1 OSS per garantire sia il soccorso in ambulanza sulle 24 ore che il servizio di Primo Intervento e assistenza sulle 12 ore;
b) che i PPI sono strutture distrettuali presso le quali sono disponibili risorse professionali e strumentali adeguate a gestire i bisogni assistenziali e terapeutici minori ed a trattare in prima istanza le emergenze sanitarie, fino al trasferimento del paziente al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di riferimento, cioè presidiate da un medico, un infermiere e un OSS formati a gestire anche l’emergenza territoriale che operano in stretto collegamento con la Centrale operativa 112, gli altri servizi di Pronto soccorso e i mezzi di soccorso;
c) che il relativo servizio di soccorso in ambulanza h24 sarà assicurato tramite la presenza di idoneo personale;
d) che tra le attività del personale presente al PPI si contempla l’attività di valutazione per codici Bianchi e Verdi in rientro con ambulanza (qualora previsto), nonché la stabilizzazione e, nel caso, il trasferimento dei pazienti accolti, così come:
- rilevazione dei parametri vitali,
- elettrocardiogramma,
- prelievo ematochimico ed esami di laboratorio,
- sutura di ferite interessanti il piano superficiale,
- utilizzo e gestione dei POCT (Point of Care Testing – Prelievo per indagini di laboratorio),
- stabilizzazione avanzata del paziente con compromissione delle funzioni vitali e del paziente traumatizzato,
- gestione delle emergenze pediatriche/psichiatriche/materno infantili,
- assistenza sanitaria e somministrazione di idonea terapia farmacologica indicata nei principali protocolli operativi di Asfo,
- posizionamento di tutela/immobilizzazione segmentaria,
- centralizzazione del paziente critico all’ospedale di riferimento spoke o hub, dopo aver prestato le prime cure e averlo stabilizzato,
mentre le competenze del medico di assistenza primaria vengono elencate come:
- Visita medica
- Certificazioni
- Trattamento farmacologico al bisogno
- Prescrizione di terapia per patologie di nuova insorgenza o terapie essenziali
- Procedure chirurgiche minori (per esempio, suture, medicazioni, rimozioni di punti di sutura)
- Prelievo per indagini di laboratorio – POCT
- Attivazione di percorsi/prestazioni a completamento dell’iter diagnostico;
e) che la ditta aggiudicataria del servizio del PPI fornisce le seguenti attrezzature sanitarie:
· n. 1 monitor defibrillatore
· n. 1 Elettrocardiografo a 12 derivazioni
· n. 1 Monitor multiparametrici carrellati (FC, ECG, T)
· n. 1 otoscopio
. n. 1 sistema per compressioni toraciche con batteria di riserva e caricatore
· n. 1 Ecografo portatile con sonde convex, lineare e phased array
· n. 1 pompa infusione;
· n. 2 saturimetro portatile
· n. 2 termometri timpani
· n. 1 carrello di emergenza completo di dotazione minima standard (DAE, aspiratore portatile, laringoscopio pluriuso completo di lame (adulto e pediatrico)
· n. 2 apparecchi biomedicali per la misurazione della pressione arteriosa;
f) che per il servizio di soccorso in ambulanza si prevede la fornitura di n. 1 autoambulanza di tipo A con equipaggio composto da 3 unità e cioè 1 autista + 1 infermiere professionale + 1 OSS sulle 24 ore di tutti i giorni della settimana, festivi compresi e che quando l’equipaggio non è impegnato in interventi di urgenza/emergenza territoriale, sarà impiegato nelle attività specifiche del PPI;
RILEVATO
- che nelle linee di indirizzo regionali per l’attivazione e il funzionamento delle Case della Comunità la struttura della CdC viene definita il luogo fisico, di facile individuazione e di accesso, nonché la sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione dei servizi sanitari e socio sanitari a rilevanza sanitaria rivolti alla popolazione nell’ambito territoriale di riferimento ed è la sede in cui avviene l’accesso, l’accoglienza, l’orientamento dell’assistito, la progettazione e l’erogazione degli interventi sanitari e sociosanitari, attraverso il lavoro in equipe multiprofessionale e attraverso l’integrazione;
- che nella logica della CdC come sistema coordinato e integrato di servizi e di professionisti che lavorano secondo il modello dell’integrazione e della multidisciplinarietà tra famiglie professionali attraverso la condivisione dei percorsi assistenziali, il rispetto dell’autonomia e della responsabilità professionale, la valorizzazione delle competenze e la partecipazione della comunità locale, delle associazioni di cittadini, dei pazienti, dei caregiver attraverso una logica di co-produzione con i diversi attori della rete comunitaria e sociale anche i layout distributivi degli spazi fisici e funzionali assumono un significato importante perché sono una meta-rappresentazione delle funzioni dei professionisti e della loro sinergia, la qual cosa si riflette nella logica della schematizzazione delle 4 Macro aree e quindi delle funzioni e degli spazi all’interno della casa della comunità;
- che ogni Casa della Comunità hub, come nel caso di Sacile, possa fare riferimento ad almeno un ambulatorio di cure primarie per condizioni cliniche non differibili, nonchè ad una presenza infermieristica (obbligatoria per tutte le CdC sulle 12 ore) che si sviluppi sulle 24 ore, 7 giorni su 7;
- che come “modalità di accesso” per cui “il cittadino vi può accedere liberamente” si indicano nell’ordine: “in autopresentazione, su invio da parte del MMG/PLS, su invio del 116117”;
- che sarà un medico del ruolo unico di assistenza primaria la figura professionale con la finalità di:
- assicurare ai cittadini i servizi che afferiscono ai LEA, nonché l’assistenza ai turisti,
- garantire nel territorio la continuità dell’assistenza, estesa all’intero arco della giornata per sette giorni alla settimana al fine di garantire effettivamente la presa in carico dell’utente,
- svolgere funzioni di primo livello disponendo anche di strumentazione adeguata a fornire prime risposte sul territorio a “condizioni cliniche non differibili” con presa in carico di “situazioni a bassa criticità del motivo di presentazione e bassa complessità del percorso clinico-diagnostico assistenziale”;
- che solamente nella Determina n°187 del 26 febbraio 25 di Asfo si definisce l’attività delle CdC hub come Sacile atte alla “gestione delle urgenze non complesse”,
tutto ciò premesso
si INTERROGANO il SINDACO e la GIUNTA al fine di conoscere
1) Come si garantirà “l’accesso, l’accoglienza, l’orientamento dell’assistito, la progettazione e l’erogazione degli interventi sanitari e sociosanitari, attraverso il lavoro in equipe multiprofessionale e attraverso l’integrazione” in “un luogo fisico di facile individuazione” se al primo gennaio 2026 la Casa di Comunità presumibilmente non sarà terminata nemmeno come struttura.
2) In base a quali parametri di presa in carico del paziente si ritiene che le prestazioni erogate dal primo gennaio da un medico di assistenza primaria, come in elenco al punto d), garantiranno un “miglior servizio” alla cittadinanza, soprattutto ad anziani soli.
3) Se ad oggi risulta completa la copertura degli organici per coprire tutti i turni previsti per il personale medico ed infermieristico.
4) Quanti ambulatori per il nuovo servizio sono previsti per Sacile e a quando la copertura anche notturna con la presenza di un infermiere.
5) Dove troverà collocazione il primo ambulatorio attivo dal primo gennaio 2026.
6) Quali delle strumentazioni in elenco al punto e), oggi a carico della ditta aggiudicataria, verranno fornite da Asfo al nuovo ambulatorio.
7) Se con il termine di “autopresentazione” si intende l’accesso del cittadino senza alcuna costrizione di chiamata telefonica.
8) Se con la cessazione del contratto di affidamento all’attuale ditta aggiudicataria per il servizio di PPI compresa Ambulanza dal primo gennaio resta comunque assicurata la postazione Ambulanza h24, come sarà composta l’unità di equipaggio rispetto agli organici in elenco al punto a) e dove stazionerà il mezzo.
9) Se, oltre alle definizioni presenti nelle Linee di indirizzo come ”condizioni cliniche non differibili” e “situazioni a bassa criticità del motivo di presentazione e bassa complessità del percorso clinico-diagnostico assistenziale”, risulti menzionato nelle Linee di indirizzo regionali per l’attivazione e il funzionamento delle Case di Comunità il termine “urgenza”.
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