Esposto al Prefetto: chiusura del sottopassaggio
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Rossana Casadio
3/21/20254 min read
AL PREFETTO di PORDENONE
p.c. AL SINDACO di SACILE
Sacile, 20/03/2025
Oggetto: Grave pregiudizio alla qualità dei servizi resi alla cittadinanza durante i previsti lavori del cantiere per il sottopasso di viale Lacchin
Ill.mo sig. Prefetto,
Con la presente la sottoscritta, Rossana Casadio, consigliera comunale di Sacile del gruppo consiliare Partito Democratico – Sacile Partecipata e Sostenibile, unitamente ai colleghi del gruppo consiliare, Del Col Patrizia, Igne Franco e Leonardi Vita Maria, espone all’attenzione della S.V. quanto segue:
PREMESSO
che entro fine 2025 / inizio 2026 dovrebbero iniziare i lavori per la realizzazione del sottopassaggio ciclo-pedonale che porterebbe alla chiusura del passaggio a livello sito in viale Lacchin come riportato dall’Amministrazione comunale di Sacile;
che durante l’assemblea tenutasi in data 22/01/25 da parte dell’Amministrazione comunale con i cittadini residenti nella parte a sud della ferrovia è stato comunicato dal sig. Sindaco che per i futuri lavori per la chiusura del passaggio a livello al traffico e la realizzazione di un sottopassaggio ciclo-pedonale non sarà prevista alcuna possibilità di accedere direttamente a binari, e/o comunque alla stazione, ai pendolari provenienti da sud;
che al Consiglio Comunale tenutosi in data 19/03/25 in risposta all’interrogazione del gruppo consiliare PD-SPS sul problema in oggetto il Sindaco ha risposto che ha sottoposto comunque la questione a RFI;
che i residenti della parte sud, pendolari per scuola e per lavoro, sono notevolmente aumentati vista l’espansione dell’urbanizzazione negli ultimi 20 anni in tutta la zona comprendente le frazioni di Topaligo, Schiavoi e Cavolano e che il tratto stradale da sud raccoglie anche il traffico proveniente dal confinante Comune del Veneto;
che per molti pendolari non c’è nemmeno la scelta di usare l’automobile per vari motivi, come il fatto di possederne solo una per tutta la famiglia o il fatto di avere orari diversi tra componenti che hanno turni di lavoro e figli che vanno a scuola o all’Università, ecc;
che attualmente si può ipotizzare che l'edificio e l'area della stazione presentino svariate situazioni non più a norma rispetto agli standard relativi a sicurezza e accessibilità, tra cui proprio il sottopassaggio della stazione (larghezza ca. m1.90 e altezza ca. m2,05) che non permette ormai di eseguire in deroga un eventuale prolungamento con uscita sul lato sud e rimane uno dei pochi lungo questa linea ferroviaria per cui non si è provveduto ad aprire un secondo varco, come fatto a Pordenone con la realizzazione anche di un parcheggio a sud (previsto diversi decenni fa per Sacile ma mai realizzato);
che, l’accesso ai treni esclusivamente da p.zza Libertà significherebbe ancor maggior affollamento nell’unico sottopassaggio interno, rimasto tale dai tempi di costruzione della stazione e che, viste le condizioni in cui versa il medesimo sottopassaggio con la presenza fessurazioni e infiltrazioni d’acqua (si allegano foto), in caso di chiusura per eventuale insorgere di problemi, non vi sarebbe alcun accesso ai binari;
che i lavori non avranno certo una durata di pochi mesi per cui il lungo tempo richiesto andrebbe a compromettere gravemente la quotidianità di tutti coloro che per motivi di pendolarità accedono alla stazione ferroviaria di Sacile da sud e certamente si troverebbero ogni giorno anche in maggior ansia per essere sicuri di non arrivare in ritardo;
che la via alternativa è un percorso altamente trafficato già oggi e, con la chiusura del passaggio a livello, subirà un ulteriore notevole carico di veicoli motorizzati (le aree parcheggio si trovano tutte a nord) e che metterà quindi in pericolo l’incolumità (incidenti) e la salute (polveri sottili) di chi per questo lungo periodo dovrà avventurarsi a piedi o in bici a compiere il giro obbligatorio per arrivare e tornare alla stazione, come esemplifica il seguente percorso: da via Bertolissi si percorre il tratto che porta alla rotatoria di Largo Monteverdi, si prosegue in via G. di Vittorio attraversando il sottopasso per raggiungere la rotatoria di via Ponte Lacchin, quindi si percorre via Ponte Lacchin fino al percorso ciclo pedonale lungo il perimetro del parcheggio dii un supermercato per sbucare su viale Lacchin e raggiungere la stazione; l’altro percorso porta verso ovest lungo via Topaligo e poi in via S.Francesco (strada per un tratto molto stretta tra due fila di case, poco illuminata e senza banchina laterale) che porta attraverso il sottopasso di via Topaligo (così ripido che le biciclette vanno portate a mano) per sbucare in via Belluno (senza marciapiede) fino a via Don Milani, dove dal plesso scolastico “Deledda” in poi c’è un marciapiede fino al piazzale della stazione;
che, infine, l’ipotesi ventilata dall’Amministrazione di un servizio navetta per i pendolari da sud potrebbe non risultare compensativa per almeno due motivi: 1) gli orari dei pendolari tra partenze e rientri sono i più svariati e collocati in un arco dalla mattina presto alla sera tardi quindi la navetta dovrebbe andare su e giù ininterrottamente (costo e copertura turni autisti?); 2) il mezzo si troverebbe ugualmente imbottigliato nel percorso obbligatorio per tutto il traffico veicolare e non garantirebbe certo la coincidenza con il treno;
Tutto ciò premesso i sottoscritti
CONFIDANDO nel ruolo che i Prefetti hanno nel richiedere ai responsabili delle strutture amministrative periferiche dello Stato l'adozione di provvedimenti volti a evitare un grave pregiudizio alla qualità dei servizi resi alla cittadinanza e, nel caso specifico, anche aggravio economico e messa in pericolo della salute,
C H I E D O N O
alla S.V. di intervenire affinché alla luce di quanto sopra esposto si possa ancora trovare in questo lasso di tempo e con lo sforzo convinto di tutti i soggetti coinvolti una soluzione che vada oltre la mera ottemperanza burocratica e porti invece ad un provvedimento che possa unire la sicurezza con la profonda comprensione e il dovuto rispetto delle esigenze di spostamento dei numerosi residenti pendolari per motivi di lavoro o di studio.
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